CERTIFICAZIONE Made Green in Italy 

 Fonderie Guido Glisenti S.p.A. 

Dichiarazione pubblicata in data  4 Giugno 2024 
Valida fino al  3 Giugno 2027 
Link di accesso alla DIAP  Allegato C.2B DIAP Fonderia Glisenti
Ente che ha verificato lo Studio:  Bureau Veritas Italia spa 

 1 . Premessa sul cambiamento climatico e la transizione ecologica 

Il fenomeno del cambiamento climatico si sta manifestando in modo sempre più evidente e richiede un profondo cambiamento nell’uso delle risorse, che deve essere incentrato su processi di efficientamento, di incremento dell’energia da fonti rinnovabili e da circolarità nei processi produttivi. Questi temi sono entrati a pieno titolo nell’agenda di tutti i governi, in particolare di quelli Europei, che hanno trovato nel Green Deal un elemento centrale di una strategia finalizzata a fare dell’Europa il primo continente al mondo ad arrivare alla neutralità carbonica.

 

A tal fine, l’Unione Europea (UE) ha definito una metodologia per calcolare l’impatto ambientale di varie tipologie di prodotti. Tale metodologia prende il nome di PEF (Product Environmental Footprint) e si basa sull’analisi del ciclo di vita dei prodotti (LCA – Life Cycle Assessment). L’obbiettivo dell’Unione è quello di creare un mercato unico per tutti i prodotti che hanno caratteristiche “green”, le cui imprese produttrici vogliono cogliere l’opportunità di dichiarare in modo preciso, trasparente e misurabile il loro approccio alla sostenibilità. 

La recente normativa sul “Made Green in Italy” ha recepito sul piano legislativo questo nuovo orientamento. Tale normativa è contenuta nell’art. 21 della nuova legge 221/2015 inerente il Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità 2015 e prefigura uno sviluppo completamente nuovo per i prodotti nazionali di alta qualità. Di tale normativa è recentemente uscito il Decreto Attuativo del MATTM, D. n. 56 del 21 marzo 2018 e pubblicato in GU il 29 maggio 2018.

 Il marchio Made Green in Italy si basa sull’applicazione della metodologia PEFProduct Environmental Footprint, definita dalla Commissione Europea nella Raccomandazione 2013/179 e successivamente con la Raccomandazione UE 2021/2279, come fondamento per le politiche a favore del miglioramento della resource efficiency, dell’impatto ambientale dei prodotti e dei loro cicli di vita. L’implementazione di questa metodologia consente di introdurre un preciso orientamento nella produzione aziendale, che è quello di associare alla produzione di qualità il messaggio ambientale e della sostenibilità visti non solo come strumenti di valorizzazione del territorio e dell’ambiente ma anche come strumento di differenziazione sul mercato e di sviluppo dell’economia circolare. 

L’adozione di questo schema si pone i seguenti obiettivi:

  • Promuovere modelli di produzione e consumo sostenibili; 
  • Contribuire ad attuare le strategie ambientali dell’UE; 
  • Stimolare il miglioramento continuo dei prodotti e la riduzione degli impatti negativi che essi hanno nelle varie fasi del loro ciclo di vita; 
  • Favorire delle scelte di consumo informate, consapevoli e sostenibili; 
  • Garantire la trasparenza e comparabilità delle prestazioni ambientali dei prodotti; 
  • Rafforzare l’immagine dei prodotti “Made in Italy” per favorirne la competitività; 
  • Definire un metodo efficace di comunicazione 

Fonderie Guido Glisenti S.p.A. vuole fare un ulteriore passo in avanti nella dimostrazione del suo percorso sostenibilità verso la neutralità carbonica, in accordo con una strategia che persegue da diversi anni. Si fa presente che con questa certificazione, le Fonderie Guido Glisenti attestano non solo la sua impronta ambientale ma anche la conformità normativa a tutte le autorizzazioni ambientali richieste dagli Enti Pubblici preposti, quali ad esempio l’AIA, che sono state controllate dall’Ente di Certificazione. 

 2 . Informazioni sul prodotto 

La presente Dichiarazione di Impronta Ambientale ha come oggetto i getti di ghisa prodotti presso lo stabilimento di via Italia 70/72 a Villa Carcina (BS). 

Il prodotto oggetto di questo studio corrisponde al codice della Classification of Products by Activity (CPA): C24.51. Fusioni in ghisa. 

Convenzionalmente si definisce ghisa una lega Ferro-Carbonio dove il ferro è l’elemento predominante e dove il carbonio è presente a tenore superiori al 2%. Quando il tenore di carbonio è inferiore al 2%, si è nel campo degli acciai [1]. Dal punto di vista delle destinazioni d’uso, le fusioni di ghisa possono avere un’ampia quantità di impieghi finali.

[1] .  Per alcune fusioni in acciaio al cromo, è possibile avere un tenore di carbonio leggermente superiore al 2%, in genere oscillante tra il 2,06% e il 2,11%. 

Si elencano come possibili utilizzi finali dei getti di ghisa le seguenti destinazioni: 

  • Componentistica varia per i Settori Agricolo, Movimento Terra e Automotive;
  • Valvole industriali – Valvole a globo di ghisa;
  • Tubazioni di ghisa a grafite sferoidale; 
  • Tubazioni di ghisa duttile – Manicotto di polietilene per applicazione in cantiere; 
  • Tubi, raccordi e accessori in ghisa sferoidale; 
  • Dispositivi di coronamento e di chiusura dei pozzetti stradali; 
  • Recipienti a pressione non esposti a fiamma. 

I getti di ghisa vengono, inoltre, prodotti su disegno e specifiche tecniche dei committenti dei principali settori manifatturieri (automotive, meccanica, trattoristica, elettrica, etc.), in varie strutture e composizioni chimiche seguenti: 

  • Getti di ghisa a grafite lamellare;
  • Getti di ghisa a grafite sferoidale;

Nel caso dei getti (fusioni) di ghisa, la tipologia di prodotti realizzati, a differenza dei prodotti siderurgici, non è standardizzata in quanto le fusioni sono per almeno il 70% prodotte su disegno e specifica del committente e, pertanto, differiscono anche all’interno della medesima “famiglia” di prodotti (ad esempio, nel caso del settore automotive, un medesimo componente differisce in relazione alla casa automobilistica committente).

Le fusioni in ghisa si caratterizzano, quindi, non per la loro destinazione come prodotto ma per la composizione chimica e l’unità di misura è la tonnellata, in quanto si tratta di un prodotto intermedio. 

 3. Informazioni sulla dichiarazione 

La presente “Dichiarazione di impronta ambientale di Prodotto – “Fusione in ghisa”” fa riferimento allo studio “Product Environmental Footprint del prodotto fusioni di ghisa delle Fonderie Guido Glisenti, stabilimento di Villa Carcina – Ver n.01 del 23/11/2022”. 

Il documento è stato sottoposto ad iter di verifica indipendente da parte di Bureau Veritas. 

Dichiarazioni ambientali relative a schemi differenti non sono confrontabili. 

Per la conduzione dello studio e della presente dichiarazione si è fatto riferimento alle seguenti norme e raccomandazioni: 

  • ISO 14040:2021 Environmental management – Life cycle assessment – Principles and framework 
  • ISO 14044:2021 Environmental management – Life cycle assessment – Requirements and guidelines 
  • Raccomandazione 2021/2279/EU Raccomandazione della Commissione, relativa all’uso di metodologie comuni per misurare e comunicare le prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni. 
  • Regole di Categoria di Prodotto (RCP) sulle Fusioni in ghisa (NACE 24.51) versione 1.0 del maggio 2022; 
  • Regolamento per l’attuazione dello schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti, denominato «Made Green in Italy», di cui all’articolo 21, comma 1, della legge 28 dicembre 2015, n. 221. 

 4. Sintesi dello Studio di impronta ambientale 

L’obiettivo di questo studio è di svolgere un’analisi degli impatti ambientali per il prodotto fusioni di ghisa della Fonderie Guido Glisenti, in accordo alle Regole di categoria di Prodotto per i getti di ghisa, pubblicate sul sito del Ministero della Transizione Ecologica nell’ambito dello schema Made Green in Italy. 

L’unità funzionale considerata per questo studio è:

1 tonnellata netta di getto grezzo (al cancello di uscita della fonderia). 

Per quanto riguarda gli aspetti chiave dell’unità funzionale, questi sono definiti a continuazione: 

Tabella 1: Aspetti chiave dell’unità funzionale

Che cosa?  Getti di ghisa 
Quanto?  1 tonnellata netta di getto grezzo (al cancello di uscita della fonderia) 
Quanto bene?  La tonnellata di getto grezzo è un prodotto intermedio che può essere utilizzato per un’ampia varietà di applicazioni. Per la tonnellata di getto grezzo come prodotto intermedio da utilizzare nelle applicazioni finali, il “Quanto bene” dipende fortemente dall'applicazione a valle e i suoi requisiti specifici non possono essere generalizzati. Il “quanto bene” è specificato dallo standard di prodotto. 
Per quanto?  La caratteristica di prodotto intermedio rende impossibile definire a priori una durata, che è fortemente dipendente dall’uso finale che ne viene fatto. 
Il flusso di riferimento è la quantità di prodotto necessaria per adempiere alla funzione definita ed è misurato in tonnellate. Tutti i dati quantitativi in ingresso e in uscita raccolti nello studio sono calcolati in relazione a questo flusso di riferimento, che corrisponde alla tonnellata netta di getto grezzo in uscita al cancello dell’azienda. Si sottolinea che per ottenere un’unità funzionale di prodotto per il suo utilizzo, sono incluse nel calcolo di produzione le perdite di materia prima della fase produttiva (resa del processo di fonderia). 

Il prodotto oggetto di studio è stato costruito considerando una ricetta media delle tipologie di ghisa prodotte nell’arco di un anno rappresentativo della produzione aziendale. La Fonderie Guido Glisenti utilizza per la produzione solo forni elettrici ad induzione e il sistema di formatura a verde. 

La tabella sottostante riassume le principali caratteristiche produttive del prodotto oggetto di studio. 

Tabella 2: Definizione del Prodotto oggetto di studio

Ghisa sferoidale  Tecnica di formatura  Tecnica di Fusione 
Formatura  % Produzione  Forno  % Produzione 
Verde  100%  Elettrico  100% 
Non ci sono state deviazioni metodologiche sulle categorie d’impatto utilizzate, rispetto a quando richiesto dalla PEF. Altre limitazioni metodologiche sono: 

→ i data set utilizzati non sono i dataset conformi al metodo EF (Environmental Footprint), in quanto tali dataset sono disponibili solo per studi PEF/OEF svolti secondo le PEFCR pubblicate sul sito http://ec.europa.eu/environment/eussd/smgp/PEFCR_OEFSR.htm

Alcuni processi sono stati esclusi dalla modellazione, secondo quanto riportato nella RCP di riferimento: 

→ il packaging per l’approvvigionamento delle materie prime e dei materiali ausiliari, in quanto la maggior parte di questi arriva sfuso su camion senza imballaggio; la quota di materie prime e materiali ausiliari con imballaggi è minima e quindi ha un impatto marginale; 

→ l’infrastruttura e gli impianti produttivi dell’azienda, in quanto, considerato l’ammortamento, l’impatto su base annuale è marginale. 

 

Per il prodotto oggetto di studio la qualità dei dati risulta molto buona. 

A continuazione si presentano i risultati dello studio caratterizzati. 

Tabella 3: Risultati d’impatto caratterizzati per il prodotto getto grezzo di ghisa 

Categoria di impatto Unità  Ciclo di vita dalla culla al cancello 
Cambiamento climatico totale kg CO2 eq 1.968,05
Cambiamento climatico fossile 1.961,18
Cambiamento climatico biogenico 5,05
Cambiamento climatico - uso del suolo e cambiamento dell'uso del suolo 1,83
Riduzione dell'ozono kg CFC-11 eq 2,09E-04
Particolato Incidenza malattia 148,39
Radiazioni ionizzanti, salute umana kBq U235 eq 7,43
Formazione di ozono fotochimico, salute umana kg NMVOCeq 3,16E-04
Acidificazione mol Ht eq 3,72E-05
Eutrofizzazione terrestre mol Neq 4,76E-06
Eutrofizzazione acque dolci kg P eq 8,98
Eutrofizzazione marina kg Neq 0,84
Tossicità umana, cancerogena CTUh 1,79
Tossicità umana, non cancerogena CTUh 18,78
Ecotossicità CTUe 46.775,96
Uso del suolo Adimensionale (pt) 6.747,57
Consumo di acqua m' mondo eq 455,42
Consumo di risorse minerali e metalli kg Sb eq 29.043,84
Consumo di risorse fossili MJ 0,01

Nella figura sottostante si presentano gli impatti per fase del ciclo di vita per il prodotto oggetto di studio. 

Figura 1: Impatti del ciclo di vita per 1 tonnellata di getto grezzo di ghisa 

Le categorie di impatto più rilevanti riscontrate nel presente studio sono, in ordine di rilevanza: 

  • Climate change 
  • Particulate matter 
  • Resource use, fossils 
  • Ecotoxicity, freshwater 
  • Resource use, minerals and metals 
  • Eutrophication, freshwater 

 

 

I processi più rilevanti per i Getti di Ghisa, sono rappresentati da: 

Tabella 4: Processi più significativi per le categorie di impatto rilevanti 

Categoria d’impatto più rilevante  Processi rilevanti
Climate change
  • MATERIE PRIME – Ghisa vergine 
  • PRODUZIONE – Energia elettrica fusione 
  • MATERIE PRIME – Ferroleghe 
Particulate matter
  • MATERIE PRIME – Ferroleghe 
  • PRODUZIONE – Altre materie prime in fase di fusione 
  • MATERIE PRIME – Ghisa vergine 
Eutrophication, freshwater
  • MATERIE PRIME – Ghisa vergine
  • PRODUZIONE – Energia elettrica in fase di fusione
  • PRODUZIONE – Altre materie prime in fase di formatura
  • MATERIE PRIME – Ferroleghe
  • MATERIE PRIME – Altri metalli
Ecotoxicity, freshwater
  • MATERIE PRIME – Ghisa vergine
  • MATERIE PRIME – Altri metalli
  • PRODUZIONE – Altre materie prime in fase di formatura
  • MATERIE PRIME – Ferroleghe
  • PRODUZIONE – Energia elettrica in fase di fusionei
Resource use, fossils
  • PRODUZIONE – Energia elettrica in fase di fusione
  • MATERIE PRIME – Ghisa vergine
  • PRODUZIONE – Altre materie prime in fase di formatura
  • MATERIE PRIME – Ferroleghe
Resource use, minerals and metals
  • MATERIE PRIME – Altri metalli
  • MATERIE PRIME – Rottame
  • PRODUZIONE – Energia elettrica in fase di fusione

La somma del punteggio pesato delle tre categorie d’impatto indicate nella RCP di riferimento equivale a 116,07 mPt, che classifica il prodotto getti di ghisa sferoidale di Fonderie Guido Glisenti in classe A. 

 5. Comparazione con il benchmark 

Le classi di prestazione previste sono tre, A, B e C e sono definite a partire dal valore del benchmark, calcolato per il prodotto rappresentativo getti grezzi di ghisa, e dalle soglie superiore e inferiore. 

In particolare, i prodotti il cui impatto calcolato come valore singolo (somma dei risultati pesati delle tre categorie d’impatto più rilevanti) risulti maggiore del valore di soglia superiore, devono essere classificati in classe C. 

I prodotti il cui impatto calcolato come valore singolo (somma dei risultati pesati delle tre categorie d’impatto più rilevanti) risulti minore del valore di soglia inferiore, devono essere classificati in classe A. 

I prodotti il cui impatto calcolato come valore singolo (somma dei risultati pesati delle tre categorie d’impatto più rilevanti) risulti compreso tra il valore di soglia superiore e quello inferiore, devono essere classificati in classe B. 

Di seguito si riportano i valori del benchmark e la definizione delle classi di prestazione ambientale. 

 

Tabella 7: Benchmark come singolo valore 

Prodotto rappresentativo  Unità di misura  Benchmark 
PR – Getti di Ghisa  mPt  163,92 
Tabella 8 Classi di prestazione ambientale 

Classe  Getti grezzi di ghisa  Unità di misura 
Classe A 

PP < 141,44

mPt 
Classe B 

141,44 < PP < 193,03

mPt 
Classe C 

PP ≥ 193,03

mPt 
Per il prodotto studiato è stata dunque calcolata la somma dei risultati pesati delle tre categorie d’impatto più rilevanti, definite nelle RCP dei getti grezzi di ghisa per il prodotto rappresentativo. 

Tabella 9: Calcolo classe di prestazione ambientale per il getto ghisa 

Categoria d’impatto  Getti grezzi di ghisa  UdM 
Cambiamento climatico  51,19  mPt 
Particolato  47,61  mPt 
Consumo di risorse, minerali e metalli  17,27  mPt 
Totale  116,07  mPt 

Il punteggio singolo calcolato per il getto grezzo di ghisa è pari a 116,07 mPt, inferiore al valore di soglia 141,44 mPt; quindi, il prodotto studiato risulta in classe A. Si osserva che l’impatto della ghisa prodotta da Fonderie Guido Glisenti è sotto il benchmark di 116,07-163,92 = -47,85 mPt (pari a -29,19%) ed è inferiore alla soglia della classe A di 116,07-141,44 = -25,37 mPt (pari a -17,94%). 

Questi risultati sono stati possibili grazie ad una strategia di efficientamento nell’uso delle risorse che la fonderia porta avanti da diversi anni. 

 6. Informazioni ambientali aggiuntive 

Seguendo le indicazioni presenti nella RCP si esplicita la percentuale di materiale riciclato impiegato nella ricetta della carica del forno, distinguendo tra boccame (materiale proveniente da riciclo interno dei sistemi di colata ed alimentazione del getto) e rottame di provenienza esterna acquistato (rottame End of Waste, rottame sottoprodotto).
Nell’anno in analisi la percentuale di boccame utilizzato in ricetta è stata del 35,0%, mentre quella di rottame acquistato è stata del 40,4%.